Archivio mensile:aprile 2013

Suse Studio – Linux fai da te

Chi non ha mai desiderato crearsi una propria distro?

Molti di voi, presumo 🙂 però, di norma, questo significa saper programmare in C e avere ben chiaro in mente come funziona un sistema operativo, cose non alla portata di tutti (Linux from scratch).

Ma in aiuto a chi non vuole impazzire in migliaia di righe di codice e compilatori ci sono dei “Distro maker”, in modo da creare la vostra distribuzione  personalizzata senza avere nessuna delle conoscenze sopra citate.

Di questo categoria esistono svariate tipologie di creazione, ma a mio avviso il migliore è Suse Studio, completo e permette di fare tutto via browser.

Una volta arrivati nella pagina vi verrà richiesta una registrazione gratuita che potrete anche fare con un vostro account a scelta fra Google, Facebook, Twitter, Yahoo, Novell o OpenID.

Ora dovrete scegliere la vostra “base” fra OpenSUSE e le altre versioni Enterprise, il desktop environment fra KDE, Gnome, l’architettura (32 o 64 bit) e non ultimo il nome della “vostra” distro 😉

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Ora siete dentro al vero editor, in alto ci sono varie schede dove scegliere le vostre personalizzazioni:

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Nella sezione Software potrete aggiungere:

  • Repositories (ovvero siti extra da cui prelevare i pacchetti).
  • Caricare i vostri pacchetti RPM (equivalente degli installer di Windows per Suse).
  • Nella sezione “Search Software” potrete cercare nei repository i software che desiderate; a fianco di ogni pacchetto c’è il pulsante Add o Remove a seconda che vogliate aggiungere o rimuovere un pacchetto alla vostra distro.

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La sezione Configuration include svariate sottosezioni fra cui:

General
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Quì dovrete scegliere la lingua del sistema, layout della tastiera e time zone; inoltre se abilitare o meno il firewall, la configurazione di rete e gli utenti di sistema con relativa password.

Personalize
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Scegliete il vostro logo personalizzato e lo sfondo.

Startup
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Volendo in questa sezione potete lasciare tutto a default, perlomeno se desiderate l’interfaccia grafica e non cambiate  l’EULA.

Server
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Impostazioni database SQL.

Desktop
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Potrete fare in modo di fare autologin all’avvio senza dover richiedere le credenziali, ed eventualmente quali programmi auto eseguire al boot.

Appliance
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Settings inerenti la virtualizzazione.

Scripts
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Per inserire script personalizzati.

Ancora poco e la vostra SUSE personalizzata è pronta 😉

Nella sezione Files potete aggiungere pacchetti e files che più vi aggradano.
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Ci siamo quasi… ora siamo nella sezione Build: dobbiamo mettere la versione (nel mio caso 1.0) e scegliere se creare una ISO classica, live CD, USB oppure un’immagine per virtual machine; volendo è possibile scegliere più opzioni contemporaneamente.

Ora non resta che premere il pulsante Build per iniziare la creazione dell’immagine, ci vorrà qualche minuto.

Perfetto 🙂 ora potrete scaricare direttamente il tarball gunzip (tar.gzip) oppure testare il vostro sistema direttamente nel browser in una sorta di “test drive” in VM della durata massima di un’ora… notevole no? 😉
Chiaramente non aspettatevi performance elevate dalla virtual machine via browser.

Resta infine la scheda Share dove potrete condividere  e pubblicare il vostro lavoro.

É tutto, non resta che lanciarvi nella personalizzazione della vostra distro fai da te 🙂

Buon divertimento!

Convertire disco fisico in virtuale

Molti utenti spesso quando aggiornano il loro PC cambiano anche sistema operativo, e volente o nolente scoccia abbandonare il vecchio OS a cui eravamo abituati, esempio lampante chi ha abbandonato XP per Seven o Eight.

Fortunatamente esistono varie possibilità, fra cui:

  • Creare un ghost (con Paragon Backup&Recovery) della partizione di sistema del vecchio PC e ripristinarla in quello nuovo.(Con le opportune eventuali modifiche per adattare il sistema al cambio hardware).
  • Creare un disco virtuale, partendo da quello fisico, in modo da utilizzarlo in virtual machine.

E proprio quest’ultimo caso vi voglio proporre 🙂

Physical –> VMDK

Per creare un VMDK (Virtual Machine DisK), formato disco di VMWare (ma utilizzabile anche da Virtualbox), potete utilizzare VMware vCenter Converter.

Nel sito ufficiale c’è la necessità di registrarsi (gratuitamente) per scaricare questo tool (free), se volete bypassare la registrazione potete scaricare direttamente il programma da Softpedia.

È un “pacchettone” da ben 127 MB, molto completo come vedremo.

Durante l’installazione potremo scegliere se fare un’installazione locale (come nel nostro caso) oppure un’installazione client-server in modo da agire anche via rete.
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Una volta avviata la GUI (Graphic User Interface, l’interfaccia grafica) premete Ctrl + M, poi su Select source type selezionate Powered-on machine se si vuole creare una copia 1:1 virtuale del sistema utilizzato; è possibile anche  a sistema in uso (come fanno molti software di backup), grazie alla tecnologia shadowing di Microsoft.

Oltre l’hardware fisico è possibile convertire anche altri formati di immagine, fra cui:

  • MS Virtual PC (.vmp)
  • Parallels image (.pvs)
  • VMware Consolidated Backup (.vmx)
  • Symantec Livestate Recovery Image (.sv2i)
  • Storagecraft Shadowstor Images (.spf)
  • Acronis True Image Backup (.tib)

Non male direi 🙂

Ora non resta che scegliere il percorso di destinazione dell’immagine e le sue opzioni.

Per rendere più rapido l’operazione consiglio di creare il backup in un altro disco rigido; come vedete non è diverso dal creare un backup con True Image o similari.

Ora potete eseguire il vostro vecchio sistema operativo su VMware Player o Virtualbox.


Physical –> VHD

VHD (Virtual Hard Disk) è un formato disco virtuale di Microsoft Virtual PC e supportato anche da l’onnipresente Virtualbox.

Per creare questo contenitore ci viene in aiuto Disk2VHD, ottimo tool programmato dal duo Russinovich – Cogswell, già autori di molti top software come Autoruns e Process Explorer, solo per citarne un paio.

Russinovich è noto anche per aver scoperto (nell’ormai lontano 2005) il rootkit nei CD audio della Sony DRM.

Tornando  a Disk2VHD, questo presenta svariati vantaggi rispetto al software di VMWare sopra menzionato, infatti è:

  • Stand-alone
  • Di dimensioni estremamente ridotte (< 1 MB)

Anch’esso supporta la shadow copy, in modo da poter creare la vostra copia virtuale senza uscire dal sistema operativo.

Come vedete dall’immagine l’utilizzo è semplicissimo: basta infatti selezionare il disco o partizione di sorgente, la sua destinazione e premere infine Create.


Physical –> VDI

VDI (Virtual Disk Image) è, infine, l’immagine disco virtuale di Virtualbox. 🙂

In questo caso sarebbe necessario smontare l’hard disk dal PC e lavorare offline da riga di comando oppure convertire un VMDK in RAW e infine in VDI, ma preferisco semplificare le cose 😉

Premesso che anche i formati sopra elencati (VHD e VMDK) sono supportati da Virtualbox, consiglio l’utilizzo di Paragon Virtualization Manager che permette fra l’altro di fare numerose cose:

  • Copia P2V (Physical to Virtual)
  • Copia V2P (Virtual to Physical)
  • Copia P2P (Physical to Phsycal)
  • Copia V2V (Virtual to Virtual)
  • … e molto altro ancora, ma noi ci soffermeremo solo su queste funzionalità in questo articolo.

Il software è a pagamento, ma viste le funzionalità e la qualità di tutti i software targati Paragon, posso dire che vale tutti i 59USD richiesti.

Inoltre, come vedrete, è polivalente, permette anche di creare VHD e VMDK.

Dalla GUI scegliete Virtualization e P2V Copy:

Poi selezionate la vostra partizione di sistema che volete virtualizzare, cliccate infine next:

Ora il software rileverà il vostro sistema (Seven nel mio caso) e vi chiederà quale formato immagine virtuale volete utilizzare; io ho scelto ovviamente Virtualbox (VDI):

Ok, ora scegliete le caratteristiche hardware che dovrà avere la vostra immagine virtuale; sceglieremo quindi il quantitativo di RAM da allocare, nome, numero di CPU, etc.

Ora partirà la creazione del disco virtuale.

Come soluzione all-in-one è perfetta 😉

Conclusioni

Con una veloce conversione non rinuncerete al vostro vecchio e personalizzatissimo sistema operativo, il tutto comodamente avviabile dalla vostra virtual machine preferita 😉

Windows 2000 Turbo Edition :-)

Come per Windows 98 – La rinascita, ho pensato di aprire questo post in maniera analoga per il “buon vecchio” Windows 2000 (2K per i piú nerd :P), cercando di migliorarne le sue feature originarie.

Senz’altro, rispetto al vecchio kernel 9x, siamo su un altro mondo 🙂 infatti NT in quanto a stabilità è ben altra cosa, ma le cose da fare anche quì sono svariate.


Comincerei con la modifica più classica, ma anche la più completa, e se vogliamo estrema: nLite.

nLite permette di modificare quasi tutto:

  • Integrare il Service Pack 4 e USP 5.1
  • Rimozione dei Componenti normalmente non disinstallabili, portando le dimensioni della ISO anche a livelli molto esigui (70 MB)
  • Installazione non presidiata
  • Integrazione di Driver
  • Integrazione degli hotfixes
  • Tweaks vari per aumentare le prestazioni
  • Configurazione dei Servizi, quindi prescegliere quelli da disabilitare
  • Patches
  • Creazione di ISO avviabile

Una volta settato e personalizzato, il sistema sarà estremamente più performante, leggero e occuperà pochissimo spazio su disco.

Per installazioni preesistenti potete utilizzare l’ottimo 2000lite; spreme l’installazione a dimensioni esigue e velocizza il sistema.

È importante un backup completo del sistema prima di agire.

Dopo l’utilizzo di 2000lite raccomando una pulizia del registro con RegSeeker e successiva compattazione dello stesso con RegCompact.

Questo perchè dopo la rimozione dei componenti restano molte chiavi non valide nel registro; la compattazione finale ne riduce le dimensioni totali.


Unofficial Service Pack 5.1 e aggiornamenti

Dopo il SP4 Microsoft non ha più rilasciato nessun maxi aggiornamento ufficiale; però Gurgelmeyer ha creato un service pack non ufficiale (USP 5.1) che raccoglie 403 hotfixes in una volta.

Ecco cosa comprendono:

  • Tutti gli aggiornamenti di sicurezza
  • Tutti gli hotfix ufficiali
  • Tutti gli aggiornamenti non ufficiali
  • MS Visual C++ (2005, 2008, 2010)
  • MSXML
  • MDAC 2.8 SP2
  • DirectX 9.0c (Giugno 2010)
  • WMP10
  • .NET Frameworks (Da 1.0 a 4.0)

Come extra a USP 5.1 potete aggiungere UURollup.

Il vantaggio di quest’ultimo è la possibilità di utilizzare due kernel alternativi: BWC e WB Kernel (Solo per la versione inglese); inoltre ha la possibilità di rendere compatibili le applicazioni sviluppate per XP SP3 (un pò come KernelEx).


Sicurezza

Gli attuali antivirus non supportano il buon vecchio 2000, l’unica eccezione è ClamWin, antivirus gratuito e open source.

Come efficacia non sarà al livello di G Data ma è comunque valido; l’unica pecca è la mancanza della protezione in tempo reale, facilmente risolvibile grazie a Clam Sentinel che monitorizza in real time i cambiamenti al file system.

Entrambi sono stand-alone e possono risiedere in una partizione o disco dedicata (magari dove tenete tutto il vostro software portable/stand-alone ;))

Per un firewall degno di questo nome bisogna cercare fra le vecchie versioni di Comodo, fino alla 2.4.x.x.

In aggiunta potete aggiungere Hosts e DNS filtrati.


Programmi vari

Come vedrete molti programmi vi rimandano a oldapps.com, un ottimo sito dove potrete trovare le ultime (datate) versioni di un programma per un determinato OS.

Molti altri software più recenti (anche se non ufficialmente supportati) possono essere eseguiti con l’aiuto di KernelEx, un hack del kernel32.dll per supportare programmi altrimenti non eseguibili su Windows 2000.


“Cleartype”

Windows 2000 è nato nell’era dei monitor CRT (a tubo catodico) e non supporta al meglio i monitor LCD (a cristalli liquidi); mi riferisco ovviamente alla mancanza della tecnologia Cleartype di Microsoft.

Questa tecnologia è stata implementata solo da Windows XP in poi, ma grazie a WildBill di MSFN è possibile utilizzare un antialiaser per i caratteri di Windows 2000, in modo da aumentarne notevolmente la leggibilità nei monitor LCD che oggigiorno sono lo standard.

–>Download<–


Ram Disk

Con quantitativi di RAM piuttosto elevati (ricordo che Windows 2000 necessita di poca memoria, specialmente nLited) è possibile utilizzare il surplus di memoria come disco RAM, in modo da velocizzare enormemente l’esecuzione dei programmi che utilizzate per la maggiore.

Date un’occhiata quì 😉


Sospensione su disco

Lo dico da una vita, ma non mi stancherò mai di dirlo: la sospensione su disco (da Vista in poi chiamata più correttamente ibernazione) è il modo migliore di spegnere il vostro computer.

Non solo spegne completamente il PC (mentre la modalità standby salva solo nella RAM e il PC è acceso; ora è chiamata sospensione… attenzione a non fare confusione ;)), ma permette anche un riavvio estremamente più rapido; siamo intorno ai 10-15 secondi contro almeno il doppio dell’avvio normale.

Prendetela seriamente in considerazione e cambierete il modo di vedere il boot 🙂 non servirà più nessun miglioramento atto a velocizzare l’avvio (msconfig per esempio).

Questo per cominciare… anche se ancora “work in progress” ho deciso di pubblicarla ugualmente, sperando di fare una cosa gradita ai possessori e amanti di questo datato ma valido sistema operativo…  presto farò nuove aggiunte 🙂 chi vuole dire la sua può farlo, magari ne discutiamo assieme 🙂

Windows ISO all-in-one: 32 e 64 bit assieme

Questa tutorial vi guiderà nella creazione di un’unica ISO di Windows 7 a 32 e 64 bit all-in-one (AIO), molto comoda da portarsi dietro in caso di applicazioni su più PC.

Requisiti:

  • Le ISO di Windows 7 32 bit e Windows 7 64 bit (le ISO linkate sono originali Microsoft con SP1 in italiano)
  • 7-Zip
  • ImageX.exe dal pacchetto WAIK Tools – Visto che WAIK è un download di oltre 1GB e a noi interessa solo quell’eseguibile, per evitare di scaricare tutto possiamo scaricare solo i file che ci interessano con l’aiuto di questo programma, creato dall’utente JFX di theoven.org – (Qualche antivirus può segnalarlo come malware, ma è un falso positivo)

Estraete il contenuto delle ISO con 7-Zip in due directory distinte, 32 e 64.

Supponendo di averle nel desktop, il percorso è:

%userprofile%\Desktop\32

%userprofile%\Desktop\64

Sempre nel desktop copiamo il file imageX.exe; ora possiamo aprire il prompt premendo il tasto Windows+R e digitando cmd.

Digitate cd desktop per entrare nella directory, poi scrivete:

imagex.exe /info %userprofile%\Desktop\64\Sources\install.wim

Così facendo vedrete tutte le versioni 64 bit disponibili (Home Basic, Home Premium, Professional, Ultimate) che sceglierete di integrare con quella a 32 bit.

Personalmente ho optato per integrare solo la versione Ultimate a 64 bit, visto che di norma installo sempre questa versione; inoltre non ingrandisco troppo le dimensioni della ISO.

Nel mio caso il comando per integrare è:

imagex.exe /export %userprofile%\Desktop\64\Sources\install.wim 4 %userprofile%\Desktop\32\Sources\install.wim “Windows 7 ULTIMATE x64”

4 corrisponde all’image index, ogni versione ne ha uno diverso.

Ora fate una verifica per vedere se l’integrazione è avvenuta correttamente, quindi ridigitiamo:

imagex.exe /info %userprofile%\Desktop\32\Sources\install.wim

Ovviamente su quello della directory 32 che è diventato quello universale, il nostro all-in-one.

Se tutto è a posto vedrete almeno 5 versioni, compresa quella che abbiamo inserito.

Nel pacchetto WAIK c’è anche un’altra utility made in redmond molto comoda, oscdimg. Permette di ricreare la ISO avviabile senza ricorrere a software esterni come Magic ISO, Ultra ISO, etc.

Sempre copiandolo nel desktop, (a meno che non abbiate voglia di copiarlo in una directory di sistema) digitate nel prompt:

oscdimg -u2 -bG: %userprofile%\Desktop\32\boot\etfsboot.com -lWindows7AIO -g -h %userprofile%\Desktop\32 c:\Windows7AIO.iso

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Così facendo verrà ricreata l’immagine avviabile e l’immagine sarà collocata su C: col nome di Windows7AIO.iso.

I ragazzi di Zane&Friends (ora Megalab) hanno creato un’interfaccia per utilizzare in maniera più semplice questo software.

Download

Ok, se tutto è andato per il verso giusto dovreste avere la vostra ISO; non resta che masterizzarla o installarla da USB.

😉

Parental Control – Proteggiamo i bambini in internet

Molti di noi hanno dei bambini in famiglia che navigano in rete, e seppur con limiti e regole esiste il rischio concreto che vengano a  contatto con contenuti non adatti a loro.

Come evitare tutto questo?

In primis, ovviamente, cercando di lasciare loro uno spazio di tempo limitato senza lasciarli soli; poi educandoli sui possibili rischi cliccando a destra e a manca (non solo per loro ma anche per il rischio di infettare il computer).

Ma oltre questo possiamo fare altro, vediamo insieme.

Parental Control

Esistono i cosiddetti filtri parentali, che permettono di ripulire i contenuti e di non mostrare tutto quello che non è adatto a loro.

Su Windows 7 c’è Windows Live Family Safety, parte del pacchetto Windows Essentials, completamente gratuito.

Serve un account Windows Live ID, ovviamente gratuito.

In questa pagina le istruzioni e la guida passo passo per utilizzarlo, di seguito un video tutorial:

 


Un altro programma è K9 Web Protection, anch’esso gratuito previa registrazione, permette di filtrare:

  • Pornografia
  • Giochi d’azzardo
  • Droghe
  • Violenza/Odio/Razzismo
  • Malware/Spyware
  • Phishing

C’è la funzione Nightguard per impedire l’accesso a internet (totale o parziale) in determinate fasce orarie.

K9, come Family Safety, non sostituisce un antimalware o un firewall, ma è un complemento in più, atto ad incrementare la sicurezza passiva.

Tutti i settaggi e persino la disinstallazione è protetta da password, questo per evitare che utenti non abilitati modifichino le impostazioni. A differenza di Family Safety, K9 non permette di impostare regole personalizzate per ogni utente nel sistema; poco male, basta abilitarlo solo quando ce n’è bisogno 🙂

Una videorecensione in inglese che mostra in modo chiaro l’utilizzo:

K9 supporta Windows e Mac OS X.


Ennesimo filtro è Qustodio.

Gratuito e completo, permette settaggi multiutente e personalizzati in maniera similare agli altri due sopra esposti.

Supporta tutti i sistemi Windows, compreso l’ultimo nato, 8.


Oltre questo è possibile aggiungere filtri e blocchi extra al browser, vediamoli:

Mozilla Firefox

… e altri ancora 🙂

Google Chrome

Opera


Ulteriore metodo di blocco di siti e domini non desiderati, fra cui malware, porno, phishing, gioco d’azzardo e quanto di peggio si trovi in rete è aggiungere una black list al file hosts.

Per questo vi rimando ad una mia guida precedente che vi spiegherà come procedere 🙂

Il file hosts è presente in tutti i sistemi Windows passati e presenti, idem per i sistemi Unix based (Linux, BSD, Solaris, Mac OS, etc).

Tutti i siti che saranno bloccati nel file hosts risulteranno perennemente non raggiungibili.

Un grosso vantaggio, oltre essere cross platform, è quello di essere softwareless, nessun programma gira in background, basta solo aggiungere le esclusioni al file.


Last but not least, i DNS sicuri.

Le soluzioni viste finora lavorano tutte  a livello di sistema operativo (parental control, hosts, browser), ne deriva che una qualsiasi operazione al di fuori di esso verrà eseguita come nulla fosse; esempio lampante: un sistema Linux o Windows live può accedere senza restrizioni a tutti i siti… ed è un problema, specialmente con ragazzini piuttosto capaci 🙂

Anche quì vi rimando alla mia guida sui DNS sicuri, fra quelli nell’elenco vi consiglio di utilizzare quelli di Norton in versione più completa, ovvero:

Security + Pornography + Non-Family Friendly

  • Preferred DNS: 198.153.192.60
  • Alternate DNS: 198.153.194.60

E di impostarlo direttamente nel router, in modo che qualsiasi dispositivo connesso (smartphone, tablet, altro PC) sarà comunque filtrato.


Conclusioni

Come vedete le soluzioni sono molteplici su più fronti e livelli, tutte gratuite e permettono di tenere traccia della navigazione bloccando tutto il marcio che oggigiorno ci circonda.

Dimenticavo di dire che le soluzioni proposte possono essere abbinate, l’importante è utilizzare un solo parental control, per il resto potete aggiungere blacklist hosts + estensioni browser + DNS.

Se avete domande o suggerimenti potete scrivere un commento nel box sottostante 🙂