Archivio mensile:Maggio 2013

OpenSUSE vs Mageia

Premetto subito che questa non sarà una vera comparativa, ma vuole essere per me una divagazione rispetto alle solite *buntu a cui mi sono abituato negli ultimi anni.

Non sono mai stato un utilizzatore full time di sistemi alternativi a Windows, questo perchè sono sempre riuscito (98, 2k, XP) a trovare nei sistemi di Redmond piena efficienza, quindi mi sono sempre avvicinato ai sistemi alternativi più per voglia di provare cose nuove e diverse (mi riferisco anche a sistemi esotici) che per reale necessità.

Detto questo ho voluto fare un ritorno alle origini 🙂

Attualmente quando un novizio chiede una distribuzione semplice da utilizzare e ben supportata gli si risponde al 99% Ubuntu o derivate, ma sono voluto andare ancora più indietro nel tempo, a quando feci i primi passi con Linux (Ubuntu non esisteva ancora), al tempo c’erano due distro “facili”: Suse e Mandrake.

Col tempo queste distro hanno cambiato nome rispettivamente in Opensuse e Mageia, ma la loro essenza principale a mio avviso è rimasta intatta in questi oltre 10 anni.

Ok, fatta questa doverosa e sentita premessa comincio con le mie impressioni di utilizzo 😉

Mageia

Per prima ho testato Mageia (Ex Mandriva e Mandrake), versione live CD con Gnome come ambiente desktop (l’alternativa è KDE). La versione live permette di provare la distro senza doverla installare nel disco rigido, quindi potete tastarla con mano senza perdere tempo in installazioni, se poi vi piacerà potrete farlo successivamente.

La prima schermata permette di scegliere di avviare il live CD oppure di far partire l’installer grafico, che volendo potete far partire dopo tramite il collegamento sul desktop, live install.

Mageia

Al primo avvio scarica ulteriori pacchetti (lingua, aggiornamenti vari) e permette di scegliere la password di root (amministratore).

Appena Gnome fa capolino nel desktop comincio a spulciare fra i programmi, trovando dei classici:

  • Epiphany e Firefox come browser, di cui preferisco il primo per via della velocità di WebKit.
  • Evolution come client e-mail
  • Empathy come IM
  • Gimp come image editor avanzato
  • … e molti altri

Ma è nel Mageia Control Center (Application – Tools – System Tools) che trovo tutte le impostazioni principali, in maniera analoga al pannello di controllo di Windows permette di personalizzare e settare il vostro sistema (ovviamente per un neofita).

Mageia

Nella sezione Software Management c’è la possibilità di aggiungere o rimuovere software, pianificare gli aggiornamenti di sistema e relativa sorgente.

Mageia2

La sezione Hardware è decisamente più variegata e permette di:

  • Guardare le informazioni inerenti il proprio hardware
  • Configurazione della scheda sonora
  • Settare o meno gli effetti grafici del desktop (Compiz Fusion) per avere, ad esempio, animazioni molto di effetto
  • Settare X11 (il gestore grafico), driver video, risoluzione, etc
  • Layout della tastiera
  • Settaggi di scanner, stampante, UPS e mouse

Mageia3

Network & Internet:

  • Impostazioni delle schede di rete (cablate e wireless)
  • VPN
  • Proxy
  • Aggiungere eccezioni al file hosts, per prevenire connessioni indesiderate

Mageia4

System:

  • Gestione dei caratteri e importazione di quelli Microsoft
  • Settaggi di autenticazione utente
  • Gestione dei servizi di sistema (i cosiddetti “demoni”)
  • Impostazione data e ora
  • Localizzazione del sistema in altre lingue
  • Visualizzazione dei log di sistema
  • Gestione utenti
  • Gestione snapshots (backup di sistema)
  • Aprire console come amministratore (root)
  • Importazione dei documenti Windows (doc, xls, ppt, adp)

Mageia5

Network Sharing:

  • Condivisioni di rete con Windows (Samba)
  • NFS (Dischi remoti)
  • WebDAV

Mageia6

Local Disks

  • Gestione e creazione partizioni (partition manager)
  • Lettori ottici
  • Condivisione partizioni in rete

Mageia7

Security:

  • Configurazione dei permessi
  • Configurazione del personal firewall
  • Controlli parentali, per evitare che minori vedano contenuti non adatti a loro

Mageia8

Boot:

  • Autologin all’avvio, per evitare di inserire le credenziali ogni volta
  • Settare il boot manager (LiLo o Grub, grafico o command line)
  • Setup del display manager

Come vedete tutto il sistema è a portata di click per l’utente novizio e intermedio, quello avanzato potrà sbizzarrirsi come preferisce, destreggiandosi con la riga di comando.

La pacchettizzazione è la classica RPM, adottata da tempo da Mandrake e, ancor prima, da Red Hat; diciamo che sono equivalenti agli installer di Windows, permettono un’installazione dei programmi semplice, senza dover ricorrere a compilatori e controllare una marea di dipendenze 🙂

La community di Mageia (un pò come in tutte le community Linux) è ampia e garantisce a chi ha davvero voglia di imparare un supporto pieno ed efficiente, grazie all’impegno continuo e costante di tanti utenti come noi, che credono fermamente nella filosofia open source e nella condivisione delle conoscenze.

Download Page


OpenSUSE

Che dire di SUSE… è stata la prima distro che ho testato in assoluto, e il primo “amore” (per quanto breve) non si scorda mai  mrgreen

Scherzi a parte, all’opposto di Mageia quì ho voluto KDE come desktop environment, anche per vedere i cambiamenti e i progressi fatti dal DE del draghetto Konqi 🙂

Una volta scaricata l’immagine KDE live, l’ho subito montata nella mia fida virtual machine (Virtualbox).

All’avvio permette di scegliere se installare direttamente SUSE oppure se avviare il sistema live, testarlo e successivamente far partire l’installer da lì, io infatti ho scelto questa opzione.
Opensuse

L’installazione è di una semplicità tale da non richiedere alcuna spiegazione, intuitiva e veloce, come Mageia del resto; sono finiti i tempi delle distro che richiedevano complicate installazioni da riga di comando… o meglio ci sono ancora, ma se prima era un obbligo ora è una scelta facoltativa dell’utente più smaliziato e amante della CLI.

Vi ricordo che questa piccola guida vuole essere anche un’ introduzione per il novizio a distro alternative ad Ubuntu, restando sempre sul semplice e senza entrare in tecnicismi, che magari poco interessano l’utente medio quotidiano, al quale interessa solo avere un sistema rapido, stabile e sicuro col quale navigare, scaricare e fare le operazioni più basilari, e magari successivamente (una volta acquisita una certa dimestichezza) addentrarsi nelle impostazioni e settings più avanzati 😉

Chiusa questa parentesi, andiamo subito su YAST, l’equivalente del Mageia Control Center e del pannello di controllo di Windows, dove c’è tutto (o quasi) quello che serve all’utente casalingo.

Opensuse YAST

In un’unica schermata ha raccolte tutte le impostazioni basilari del sistema operativo, divise in 8 sezioni principali:

  1. Software
  2. Hardware
  3. System
  4. Network Devices
  5. Network Services
  6. Security and Users
  7. Support
  8. Miscellaneous

Non sto a descrivere tutte le funzionalità perchè sono all’incirca le stesse di Mageia, inoltre:

  • Konqueror tutte le volte mi lascia di sasso per la sua velocità di caricamento (Webkit – KHTML)
  • KMail è un client semplice ma immediato
  • Kopete per gestire più protocolli di Instant Messenger
  • KMPlayer per visualizzare formati video e audio
  • Calligra Suite come suite office
  • … e molto altro ancora

Basta spulciare i repository di entrambi i sistemi per scoprire la varietà e vastità di programmi disponibili, giusto per soddisfare  tutti i palati 🙂

Gnome mi è sembrato meno esoso di risorse rispetto a KDE in termini di RAM utilizzata, mentre come reattività sono sullo stesso livello; chiaramente per questi DE ci vogliono PC di medio livello, perchè in caso di “muletti” piuttosto datati (7-8 anni) meglio optare per LXDE. –> OpenSUSEMageia.

Bene… io ho lanciato il sasso, ora sta a voi la curiosità di provare queste alternative, davvero facili e ultra collaudate 🙂

Scaricare al meglio i torrent con Opera

Come molti sapranno Opera è un browser estremamente versatile, include fra le tante cose un client IRC, mail client, compressione immagini via proxy (Opera Turbo), un client torrent e molto altro ancora; ma è proprio su quest’ultima funzionalità che voglio soffermarmi, perchè se ben settato Opera è in grado di gestire al meglio questo fantastico protocollo P2P.

Verificare le associazioni

Premete Ctrl + F12 per aprire il menù Preferenze, poi andate nella scheda Avanzate – Programmi e controllate che l’associazione per i file torrent (i magnet non sono supportati e se ne volete fare uso vi consiglio di associali al vostro client preferito; io uso µTorrent) che di default dovrebbe già essere preimpostata.

Aggiungiamo un motore di ricerca integrato

Andate su Torrentz.eu, un multi motore di ricerca che si appoggia a tutti i search engine più blasonati, in modo da avere una ricerca completa e ampia.

Andate sulla barra di ricerca, cliccate col tasto destro e dal menù a tendina scegliete Crea un motore di ricerca… , assegnateli una lettera chiave (io ho scelto la T)

Ora troverete aggiunto un nuovo motore di ricerca integrato in Opera, senza l’ausilio di programmi esterni e/o estensioni.

Volendo potete aggiungere un ulteriore barra di ricerca a fianco a quella classica di Google (Shift + F12, Tasti – Ricerche poi drag ‘n drop sulla barra), esempio:

Voilà, il gioco è fatto… ma c’è un’altra interessante funzionalità: Opera Turbo.

Bypassare i blocchi dei provider

Opera Turbo, oltre a velocizzare le connessioni lente e ottimizzare parecchio il consumo di banda (anche 80-90% in meno), permette di bypassare le protezioni (è un proxy) imposte dai provider italiani per i siti torrent più gettonati.

Veloce, diretto e senza alcuna configurazione, si disattiva/attiva con due click.

Il tutto è fattibile senza software o estensioni extra.
Resto sempre dell’idea che Opera (se ben settato) è di gran lunga il browser migliore, ovviamente IMHO! 😀

Buon P2P!

Windows 8 Portable su pendrive o hard disk

Introduzione

Eight rispetto a tutti i sistemi Windows precedenti ha un enorme vantaggio: si adatta senza problemi ad ogni cambiamento hardware, anche importanti (AMD o Intel che sia), ciò ne fà un sistema 100% portable.

Già da Vista in poi (kernel NT 6.x) Windows è diventato decisamente “più tollerante” ai cambiamenti hardware rispetto al buon vecchio XP, che di contro restituiva BSOD a tutto spiano e necessitava di adattamenti e tricks per non dover reinstallare tutto.

Premesso questo, e dopo aver visto l’installazione su disco virtuale (VHD), possiamo vedere come installare e utilizzare Windows 8 su una pen drive USB o anche un hard disk esterno (utilizzando la funzione Windows to go) e avviarlo su qualsiasi PC x86 degli ultimi 5-6 anni (da “Vista Ready” in poi) e con l’aiuto di BootCamp Assistant anche su Mac x86… comodo, no? 🙂

Windows 8 su pen drive è completamente indipendente, le partizioni locali della macchina che ospita Eight non saranno visibili fra le risorse, questo garantisce al sistema host una sicurezza maggiore.

Requisiti:

  • Windows 8 Enterprise
  • Pen drive o hard disk da almeno 16GB ma 32 GB consigliati (fra quelle certificate, ma se non è fra queste non disperate e leggete più in basso…) 😉

Da Windows 8 digitate windows to go nella barra di ricerca ed eseguite l’omonimo programma.

1

Ora si avvierà il wizard di creazione della vostra pen drive, scegliete la periferica la vostra periferica:

2

Selezionate il percorso dove avete i vostri file di installazione di Windows 8 (da CD o estratti da ISO) e, infine, potrete scegliere (è facoltativo) se criptare il contenuto della pen drive e proteggere il boot tramite una password personale.

Una volta completato il processo di creazione la vostra pen drive è pronta. 🙂

Ora basterà impostare l’avvio da USB tramite il BIOS oppure l’avvio rapido (F11) per iniziare il caricamento di Windows 8.
Anche se utilizzate una semplice porta USB 2.0 le prestazioni sono comunque più che dignitose, anche se ovviamente le maggiori performance si ottengono con le attuali USB 3.0.

Il rilevamento dell’hardware è rapido e non richiede nessun riavvio.

Interessante la protezione che in caso di rimozione della pen drive concede all’utente 60 secondi per reinserirla nuovamente nella porta, mandando in freeze momentaneo il sistema; superato questo lasso di tempo il sistema si riavvierà e i dati non salvati saranno persi.

Windows To Go senza versione Enterprise e con qualsiasi pendrive

Ebbene, chi si sente “discriminato” perchè non possiede la versione Enterprise oppure non ha una periferica fra quelle compatibili, ha il suo asso nella manica. 😉

Grazie all’utente ingramator di neowin.net per la dritta.

Così facendo è facile per qualunque possessore di Windows 8 creare la propria versione portable di Windows To Go, anche con la più economica delle pen drive, l’importante è prestare attenzione alla capacità.

I passaggi sono identici a quelli visti per Windows To Go, tranne per l’utilizzo di GImageX al posto dell’utility Microsoft.

ricapitolando brevemente:

  • Estraete il contenuto dell’ISO in percorso a vostra scelta
  • Formattate la pen drive in NTFS

Ora installate e avviate GImageX, andate nella scheda Apply e su Source mettete il percorso del file install.wim (dove avete estratto i file dell’immagine ISO), poi su Destination la lettera della vostra pen drive o disco esterno.

Premete Apply per far partire la creazione.

Aspettate la fine dell’operazione. 🙂

Ora premete il tasto Windows + R e digitate diskmgmt.msc, si aprirà Gestione Disco; nell’elenco cercate il disco o pen drive dove avete creato il vostro Windows 8 portable  premete il tasto destro su di esso e nel menù che si aprirà selezionate Contrassegna partizione come attiva, in modo da rendere avviabile la pen drive, anche se molto probabilmente lo sarà già.

Un ultimo ritocco a BCD (Boot Configuration Data): aprite il prompt come amministratore, portatevi su c:\windows\system32 e digitate:

bcdboot G:\Windows /s G: /f ALL

Il parametro /f /ALL vale solo se agite da Windows 8, nei sistemi precedenti (Vista e Seven) bisogna ometterlo.

Dove chiaramente G: è la lettera assegnata alla mia pen drive, cambiatela con la vostra.

Finish! Ora tutti potranno avere il Eight sempre pronto nella propria tasca 😉

Ma anche gli amici Apple possono rendere compatibile WTG col loro Mac, continuate a leggere 🙂

Mac

Come accennavo prima anche gli utenti Apple possono goderne, anche se MS ufficialmente sostiene di no 😀

Se inserite la vostra pen drive su un Mac x86 il vostro Eight nativamente non ha i driver necessari a supportare l’hardware delle macchine di Cupertino (BSOD), ma tramite Boot Camp Assistant riuscirete a scaricare i driver che vi servono.

Vediamo: andate su /Applicazioni/Utility oppure su Spotlight, cercate e avviate Boot Camp Assistant.

Nella prima schermata premete Continue, ora siete su Select Tasks lasciate la spunta solo a Download the latest support software from Apple.

Cliccate su DVD come destinazione e avrete una directory chiamata WindowsSupport con all’interno tutti i driver necessari all’hardware del vostro PC Apple.

Ora in un PC Windows (o virtualizzato) dovete integrare i driver all’interno della pen drive in modo da renderlo compatibile; avviate il prompt come amministratore e digitate:

dism /image:G: /add-driver /driver:G:\WindowsSupport\Drivers /recurse

I driver sono stati iniettati nel vostro Windows To Go 😉

Sono stati riportati sporadici BSOD, ma basta riavviare una seconda volta per far partire correttamente il sistema.

Conclusioni

Come vedete Windows 8 non è così male come pensano molti, è un sistema con innumerevoli vantaggi fra cui la sua già citata portabilità, e non ultima l’estrema leggerezza rispetto al già valido Windows 7, volendo potete aggiungere le innumerevoli applicazioni per restituire l’amato start button a Eight.

Concludo ricordandovi questa mia guida per avviare e testare la pen drive SENZA dover riavviare il PC, in modo da velocizzare le operazioni di testing.

Per qualsiasi suggerimento o altro potete aggiungere un commento, anzi vi incito a farlo, e come sempre… buon divertimento! 😀

Installare Windows e Linux via rete

In un PC senza lettore CD (netbook ad esempio) è difficile installare un sistema operativo, l’alternativa infatti è installare da flash drive oppure, meno frequentemente, via rete.

Ma quest’ultima tipologia è comoda soprattutto in caso di installazioni su molti computer in rete, evitando di doverle fare singolarmente su ognuno.

Installare Windows

Requisiti:

  • Una rete
  • Un PC server, quello che servirà i file per l’installazione con:
    • TFTPD32 – ultima release da inserire dentro TFTPBoot
    • TFTPBoot
    • I file di installazione di Windows, magari (se preferite) AIO nel PC server
  • Uno o più PC client dove verrà installato il sistema operativo con supporto al boot di rete (PXE)

Prepariamo il server

TFTPBoot.exe è un archivio autoestraente, di default estrae su C: quindi come percorso può andare bene 🙂

 c:\tftpboot

Ora dovete scomprimere l’archivio contente l’ultima versione di TFTPD32 sempre su c:\tftpboot e sovrascrivete con quello più aggiornato.

Bene, ora bisogna avviare e configurare (Settings) TFTPD32 come nell’immagine allegata.

Mentre nella scheda DHCP server:

Cliccate infine su Save.

Estraete (ad es.7-Zip) in un percorso a scelta l’ISO di Windows in una directory  (es. C:\W7_32).

Sul server per ora ci fermiamo, passiamo al client, ovvero dove installeremo Windows.

Tocca al client

Se il PC è molto datato e non supporta il boot da rete, vi viene in aiuto gPXE che eseguito (boot) da CD o USB  darà al vostro muletto questa possibilità. (ROM-o-matic vi genera automaticamente un’immagine personalizzata di gPXE pronta all’uso).

Nei pc recenti basta andare nel BIOS e impostare come 1st boot la LAN:

Salvate e uscite (F10).

Durante la fase di boot dovrebbero apparirvi a schermo  MAC address del client, GUID, IP assegnato al client, gateway, mask e  IP del server.

Se tutto è stato configurato a dovere  si avvierà Windows PE, lasciatelo in esecuzione (ecco a cosa serve la ISO contenuta in TFTPBoot).

Tornate un attimo sul PC server e precisamente dove avete estratto i file di installazione di Windows (la cartella W7_32):

  • Click col tasto destro – proprietà
  • Condivisione
  • Condivisione avanzata
  • Condividi cartella
  • Assegnatele un nome, esempio W7_32_inst
  • Finito! 😀

Torniamo nuovamente nel client (Windows PE) e nel prompt digitate:

net use o: \\192.168.1.3\W7_32_inst /user:nome_admin_server password

O: è il percorso di rete assegnato alla directory, segue l’IP della scheda di rete del server, poi il nome della cartella di Windows.

Il parametro /user serve per evitare possibili blocchi nell’accesso ai file per mancanza di permessi, pertando dovrete inserire le credenziali di un admin del server.

Digitate o: e infine setup per avviare finalmente l’installazione.

Durante il countdown del primo riavvio potrete rimettere come 1st boot l’hard disk, altrimenti ripartirà Windows PE.

Linux

Come esempio utilizzerò la classica Ubuntu, che sarà già installata nel PC server e da questa partiamo 🙂

Per cominciare dovremo abilitare universe nei repository, ma consiglio di abilitarli tutti nel file sources.list:

sudo sed -i -e "s/# deb/deb/g" /etc/apt/sources.list

Poi aggiornate la lista:

sudo apt-get update

Scaricate questi pacchetti:

sudo apt-get install tftpd-hpa dhcp3-server openbsd-inetd

Passiamo alla configurazione DHCP.

Eseguite un qualsiasi editor di testo come root e aprite il file:

/etc/dhcp3/dhcpd.conf

Aggiungete questa stringa in fondo:

subnet 192.168.0.0 netmask 255.255.255.0 {
        range 192.168.0.100 192.168.0.200;
        filename "pxelinux.0";
}

Non chiudete l’editor perchè ci servirà nuovamente.

Ora bisogna riavviare il servizio per rendere effettive le modifiche:

sudo /etc/init.d/dhcp3-server restart

Con l’editor di testo portatevi su:

/etc/inetd.conf

Rimuovete il contenuto e incollate questo:

tftp    dgram   udp    wait    root    /usr/sbin/in.tftpd /usr/sbin/in.tftpd -s /var/lib/tftpboot

Editiamo anche:

/etc/default/tftpd-hpa

Con la stringa:

RUN_DEAMON=”yes”

Ok, riavviamo anche questo servizio:

sudo /etc/init.d/tftpd-hpa restart

Ora scarichiamo il pacchetto per l’installazione:

cd ~
lftp -c "http://it.archive.ubuntu.com/ubuntu/dists/saucy/main/installer-i386/current/images/; mirror netboot/"

Nell’esempio ho preso la versione 13.10 a 32 bit.

Installiamoli e il server è pronto:

sudo cp -a netboot/* /var/lib/tftpboot

Ora tocca al client.

Quì non dovrete fare niente se non impostare nel BIOS la rete come first boot (vedi sopra). Salvate e uscite.

Riavviando partirà l’installazione di Ubuntu.

Scaricare musica da Youtube

Velocissima e semplice guida per convertire in MP3 i filmati da Youtube.

Sul “tubo” ci sono milioni e milioni di filmati, fra cui brani musicali di tutti i generi che talvolta vorremmo avere nel nostro iPod o in auto.

Ci sono molti software preposti a questo, ma personalmente preferisco fare tutto softwareless (senza programmi) da browser, ci sono infatti molti siti atti a convertire la traccia on-the-fly e dare dopo pochi attimi il link con l’MP3 da scaricare.

Io ho utilizzato VidtoMP3 perchè non ha le limitazioni presenti su molti altri servizi analoghi; ad esempio può convertire filmati lunghi anche più di due ore, quando altri sono limitati a 20-30 minuti oppure vogliono la tua e-mail per inviarvi il link di download (non fidatevi…).
Basta fare copia-incolla del link del video e cliccare su Download.

Se per un motivo o l’altro (down o chiusura del sito) potete scaricare il video in formato MP4 nella maggiore qualità possibile utilizzando le apposite estensioni disponibili per i principali browser, ad esempio:

Poi convertire in MP3 utilizzando Format Factory.

Basta avviare FF dal menù Audio scegliete Tutti verso MP3, tramite drag and drop trascinate il file video MP4, cliccate su Vai, qualche minuto e il file MP3 è pronto.

Spero vi sia utile 😉

Se conoscete qualche altro servizio online senza limiti di dimensione, qualità o durata segnalatemelo. 🙂

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